Fondazione Prada, viaggio visionario

Vi parlerò di come una semplice uscita fuori porta può dimostrarsi più bella del previsto…

Fondazione Prada è un esposizione di arte contemporanea e cultura, ideata da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli ed è il risultato fantastico della trasformazione di una distilleria dei primi anni del Novecento. E’ stata progettata da Rem Koolhaas ed è caratterizzata da un complesso architettonico formato da sette edifici che già esistevano e tre nuove costruzioni: Podium, Cinema e Torre. Credo di poter definire questo progetto come una sinergia tra conservazione e ideazione di un’ architettura, che pur mantenendo una sua storia, ne vede un’interazione.

An introduction: è la prima parte a cui si accede, è situata nella Galleria Sud in quello che era il Deposito del complesso industriale precedente. Questa sezione non è altro che la rappresentazione di un modo di collezionare e ricercare, frutto di un dialogo tra la stessa Miuccia Prada e Germano Celant (storico d’arte). Lo studio accurato e la passione dell’arte danno vita ad un insieme di opere e oggetti che generano informazioni sul passato, il presente e il futuro di un’ avventura esistenziale. Ciò che passeggiando si incontra è una collezione di opere ed installazioni strepitose, che ti lasciano sognare ad occhi aperti.

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Usciti dal deposito, si arriva in un ampio cortile dal quale si accede alle altre sezioni. Ve ne parlerò nell’ordine in cui l’ho visitate.

  • Trittico: questa sezione è una strategia espositiva, che racchiude tre opere distinte in un unico progetto: la Cisterna. All’interno di questo edificio troviamo in ordine d’entrata: Pinne di Pescecane di Pino Pascali,  Lost Love di Damien Hirst e Untitled di Tom Friedman. Pinne di Pescecane sono delle vere e proprie pinne che fuoriescono dal pavimento, nere e sinistre; Lost Love è un’installazione che vede una sedia da ginecologo e vari altri oggetti medici in un grosso cubo pieno di acqua e pesci; Untitled invece è il caos totale di figure e forme di cartoncini, sparsi per l’intero pavimento.

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  • Progetto Grottesco: è stato pensato da Thomas Demand che per realizzare la sua opera fotografica Grotto, ha ricostruito a partire da una cartolina, un’intera grotta dell’isola di Maiorca. Con tonnellate di cartone grigio l’artista è riuscito a ricreare cavità, stalagmiti e stalattiti della grotta, partendo dalla semplice cartolina, per poi alla fine scattare la foto. Allucinante. Con questo progetto l’artista è riuscito a mostrare all’osservatore il processo preciso del come è arrivato alla ricostruzione della grotta spagnola, nei suoi minimi particolari. Entrando si vede la foto sul muro, continuando le varie cartoline, libri e documenti che ha usato e per finire si arriva in una stanza buia e cupa, in cui erge maestosa questa enorme riproduzione. Realistica e grottesca, appunto. Un insieme di tecnologie moderne e ricerche hanno dato vita a questa magnifica opera che si trova nel piano interrato della sezione Cinema.

 

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  • In part: è una mostra, situata nella Galleria Nord a cura di Nicholas Cullinan. Il tema è la frammentazione, e ciò che a seguito di essa, viene generato. Il frammento si nota in ogni opera presente: dipinti, video e installazioni presenti in questa sezione danno vita ad una sorta di viaggio visionario.

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Come vi dicevo il ‘’museo’’ è ancora work in progress, ci sono sezioni che devono essere terminate e nuove opere che devono essere introdotte, ma tutto ciò che ho visto ha deliziato i miei occhi dall’inizio alla fine. Sono concetti difficili da capire, ma talmente affascinanti a livello visivo che è impossibile non rimanerne assorti. Non so se è solo l’effetto che fa a me, per l’amore che ho per l’arte, ma è una visita che consiglio vivamente a tutti, apre la mente, fa conoscere, è emozionante.

Con la scuola dovrò tornarci, quindi saprò dirvi qualcosa in più, qualcosa di nuovo… insomma, vi aggiornerò. Intanto ci lascio con questa piccola anticipazione e quale foto, trovate qualcosa di più anche sul mio profilo Instragram.

A presto,

Sara